martedì 14 febbraio 2012

MXR DISTORTION +



Piccola premessa:
In questa recensione non sarò per niente obiettivo, infatti vi parlerò di un pedale che io amo in maniera particolare, vale a dire il distorsore MXR DISTORTION +.

Considerate che ho comprato questo pedale solo perché faceva parte di un’offerta con altri 2 pedali che desideravo, e il mio piano originale prevedeva di rivenderlo immediatamente dopo l’acquisto.
Avevo sentito alcuni demo online e devo dire in tutta onestà che non mi aveva entusiasmato per niente.
Fortunatamente ho deciso di inserirlo comunque nella pedaliera e di suonarci per un po’ … che dire, in un paio di prove è diventato parte fondamentale della mia effettistica e non saprei davvero come farne a meno.

Dopo questa serie di informazione decisamente inutili, passo a descrivervi il pedale da un punto di vista “tecnico”.

Diciamo da subito che si tratta del solito pedale MXR quindi solita linea che contraddistingue questa marca.
Nella parte superiore sono presenti 2 potenziometri che controllano rispettivamente il volume (“output” plot a sinistra) e la quantità di distorsione (“distortion” plot a destra).
Lo chassis e verniciato di un bel giallo acceso con le serigrafie nere in contrasto. Al centro trovano spazio un led rosso che indica l’accensione/spegnimento dell’effetto e subito sotto lo switch di accensione, che come tutti i pedali MXR risulta preciso e comodo da usare.
Sul bordo sinistro troviamo l’uscita, mentre su quello destro troviamo l’ingresso e l’alimentazione. Questa è anche, secondo me, l’unica “pecca” costruttiva di questo pedale, infatti l’attacco dell’alimentazione risulta essere troppo vicino all’ingresso del jack e può risultare scomodo, soprattutto nel caso si utilizzino attacchi a “pipa”(quasi obbligatori se si inserisce l’effetto in una pedalboard).
Entrando nel dettaglio dell’alimentazione, il pedale può essere alimentato da una comunissima batteria da 9V (alloggiamento situato nel retro del pedale, accessibile svitando il pannello posteriore, non il massimo della comodità) o in alternativa da un alimentatore a 9V con polarità negativo interno – positivo esterno.

Esaurita la descrizione “tecnica” passiamo a descrivere come si comporta il pedale al livello di sonorità.

La sua distorsione risulta molto “delicata”, specialmente a chi come me è amante delle distorsioni proprie dei fuzz. Beh, dimenticate tutto ciò, perché questo pedale ha una distorsione molto meno invasiva, e anche girando al massimo il plot di controllo della distorsione (plot completamente girato verso destra) avrete comunque una distorsione molto ben definita in tutte le sue frequenze, con una buona presenza per quanto riguarda le frequenze medie.
Diminuendo il quantitativo di distorsione utilizzato (plot posizionato a ore 12 per esempio), il suono si và via via schiarendo e otterremo così la classica distorsione rock. In questo modo, per esempio, suonando un accordo, risulteranno ben udibili tutte le varie armoniche senza il prevaricare di alcune frequenze sulle altre.
Il plot del volume è abbastanza sensibile, ma a mio giudizio il pedale ha poca “canna”, il che ci porterà ad utilizzare il pedale con il volume quasi sempre al massimo per poter miscelare al meglio i volumi con altri pedali.

In conclusione volevo portare alla vostra attenzione un particolare poco rilevante per alcuni, ma fondamentale per altri:

I FEEDBACK

Se nel vostro gruppo avete necessità di utilizzare dei feedback, dopo aver provato questo pedale non lo lascerete mai più.
A dispetto di una distorsione molto “delicata” come vi dicevo prima, riesce a creare dei feedback molto corposi e tendenti alle frequenze alte. E’ fantastica l’accoppiata con altri pedali “da feedback” per creare dei tappeti musicali…

Per finire (stavolta per davvero) volevo solo dirvi che abbiamo comunque parlato di un pedale che si trova tranquillamente usato tra i 50 e i 70 euro, quindi bene o male accessibile a tutti.


Nessun commento:

Posta un commento