Piccola premessa:
In questa recensione non sarò per niente
obiettivo, infatti vi parlerò di un pedale che io amo in maniera particolare,
vale a dire il distorsore MXR DISTORTION +.
Considerate che ho comprato questo
pedale solo perché faceva parte di un’offerta con altri 2 pedali che
desideravo, e il mio piano originale prevedeva di rivenderlo immediatamente
dopo l’acquisto.
Avevo sentito alcuni demo online e devo
dire in tutta onestà che non mi aveva entusiasmato per niente.
Fortunatamente ho deciso di inserirlo
comunque nella pedaliera e di suonarci per un po’ … che dire, in un paio di
prove è diventato parte fondamentale della mia effettistica e non saprei
davvero come farne a meno.
Dopo questa serie di informazione
decisamente inutili, passo a descrivervi il pedale da un punto di vista
“tecnico”.
Diciamo da subito che si tratta del
solito pedale MXR quindi solita linea che contraddistingue questa marca.
Nella parte superiore sono presenti 2
potenziometri che controllano rispettivamente il volume (“output” plot a
sinistra) e la quantità di distorsione (“distortion” plot a destra).
Lo chassis e verniciato di un bel giallo
acceso con le serigrafie nere in contrasto. Al centro trovano spazio un led
rosso che indica l’accensione/spegnimento dell’effetto e subito sotto lo switch
di accensione, che come tutti i pedali MXR risulta preciso e comodo da usare.
Sul bordo sinistro troviamo l’uscita,
mentre su quello destro troviamo l’ingresso e l’alimentazione. Questa è anche,
secondo me, l’unica “pecca” costruttiva di questo pedale, infatti l’attacco
dell’alimentazione risulta essere troppo vicino all’ingresso del jack e può
risultare scomodo, soprattutto nel caso si utilizzino attacchi a “pipa”(quasi
obbligatori se si inserisce l’effetto in una pedalboard).
Entrando nel dettaglio
dell’alimentazione, il pedale può essere alimentato da una comunissima batteria
da 9V (alloggiamento situato nel retro del pedale, accessibile svitando il
pannello posteriore, non il massimo della comodità) o in alternativa da un
alimentatore a 9V con polarità negativo interno – positivo esterno.
Esaurita la descrizione “tecnica”
passiamo a descrivere come si comporta il pedale al livello di sonorità.
La sua distorsione risulta molto
“delicata”, specialmente a chi come me è amante delle distorsioni proprie dei
fuzz. Beh, dimenticate tutto ciò, perché questo pedale ha una distorsione molto
meno invasiva, e anche girando al massimo il plot di controllo della
distorsione (plot completamente girato verso destra) avrete comunque una
distorsione molto ben definita in tutte le sue frequenze, con una buona
presenza per quanto riguarda le frequenze medie.
Diminuendo il quantitativo di
distorsione utilizzato (plot posizionato a ore 12 per esempio), il suono si và
via via schiarendo e otterremo così la classica distorsione rock. In questo
modo, per esempio, suonando un accordo, risulteranno ben udibili tutte le varie
armoniche senza il prevaricare di alcune frequenze sulle altre.
Il plot del volume è abbastanza
sensibile, ma a mio giudizio il pedale ha poca “canna”, il che ci porterà ad
utilizzare il pedale con il volume quasi sempre al massimo per poter miscelare
al meglio i volumi con altri pedali.
In conclusione volevo portare alla
vostra attenzione un particolare poco rilevante per alcuni, ma fondamentale per
altri:
I FEEDBACK
Se nel vostro gruppo avete necessità di
utilizzare dei feedback, dopo aver provato questo pedale non lo lascerete mai
più.
A dispetto di una distorsione molto
“delicata” come vi dicevo prima, riesce a creare dei feedback molto corposi e
tendenti alle frequenze alte. E’ fantastica l’accoppiata con altri pedali “da
feedback” per creare dei tappeti musicali…
Per finire (stavolta per davvero) volevo
solo dirvi che abbiamo comunque parlato di un pedale che si trova
tranquillamente usato tra i 50 e i 70 euro, quindi bene o male accessibile a
tutti.
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